CIECHI

Oggi le folle  non sciamano più nelle piazze.

Non si marcia più sotto bandiere che portano i simboli della pace e dell’uguaglianza fra gli uomini.

Oggi i miliardari si tuffano nell’agone politico per conquistare i governi e far trionfare la loro religione metallica a suon di tagli alle spese per il sostegno dei deboli.

Succede in Italia come in America.

Non è un caso.

Oggi i poveri, i deboli,  sono scomparsi dalle cronache.

Tornano sulle pagine dei giornali solo come aride percentuali che fanno scendere o salire lo spread o il pil.

Le piazze sono vuote, oggi, mentre si riempiono le borse, alle masse si sostituiscono le mandrie, alla gente i buoi.

Le manifestazioni disperate di protesta non sono piazze che costruiscono il futuro, sono le urla disperate di corpi (sociali) martoriati, amputati, dilaniati.

Non cè una ragione precisa in tutto questo. 

Mentre scorre la musica – adesso è Patty Smith, nelle mie orecchie, che canta il potere dei popoli – mi figuro nella mente l’unica massa che non si vede ma che ormai si fa sentire con il suo silenzio assordante e la sua assenza che rimbalza dappertutto.

Gli astenuti.

Ombre che coprono il sole.

Brividi di una febbre perniciosa.

Ostaggi di se stessi.

Una folla immane che invade le strade senza fare rumore, senza alzare la polvere, senza le cariche della polizia, senza bandiere, senza slogan, senza canti e senza vittorie.

Solo sconfitte.

Ma non portano su di sè la colpa.

Solo il peccato.

Anche i Farisei  furono una massa.

Non seppero scegliere e fecero finta di non sapere.

Condannarono Gesù Cristo ma non portarono su si sè nè la croce nè la colpa.

Il peccato, però, nacque dopo.

Quando il sangue del Figlio dell’Uomo sporcò la terra e si perse nella polvere, come fosse inghiottito da una bocca assetata.

Gli astenuti sono come questi, uomini che non sanno dove andare, non sanno da che parte stare, non sanno scegliere.

Ma gli astenuti sono più sfortunati.

Il peccato ricade su di loro, un peccato che li colpisce senza neppure che abbiano la colpa.

Un peccato che nessun Cristo verrà mai a redimere, ad esorcizzare col suo sangue.

E così la terra resta assetata.

Nessun sangue la disseterà mai.

E così quel peccato è il peccato dell’inutilità, dell’indifferenza, della debolezza.

Il peccato di non aver saputo vedere.

Il peccato di avere scelto di restare ciechi, per sempre.

La colpa però gli astenuti non ce l’hanno.

Non sono, forse, gli astenuti ciechi, innocenti, puri?

Altri hanno agito contro la legge.

Altri hanno rubato, preso, saccheggiato.

Altri.

Gli astenuti sono solo dei ciechi.

Sono sempre stati ciechi.

E resteranno ancora ciechi domani.

Ciechi, forse, per sempre.

Ciechi fin quando avranno deciso di restarlo.

4 pensieri riguardo “CIECHI

  1. Io sono un’astenuta, sono cieca, i miei occhi vedono ma la mia mente è sempre in buona fede e perciò i miei occhi vedono ciò che il cervello dice a loro…devo morire perchè sono buona?
    Ciao Piero 🙂

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  2. No, Paolè.
    Ma c’è qualcosa che non funziona nella scelta di astenersi dal voto, perchè autorizza sempre i comportamenti di chi comanda.
    Astenersi non significa “non c’entro”: c’entri comunque.
    Se ti sei astenuta perchè tutti rubano, hai lasciato comunque il campo libero a chi ruba.
    E’ come se, essendo comunque tutti ladri, intorno a te, decidi di lasciare incustodita casa.
    Di fatto è così.
    Piaccia o no.

    Però io parlavo di peccato, che è una cosa ancora diversa.
    Alle ultime elezioni siciliane si sono astenuti il 52,6 per cento circa degli elettori.
    Schifati, certo.
    A ragione.
    Siamo tutti schifati.
    Scegliere fra Cuffaro e Lombardo?
    Da vomitare.
    Però, cara Paoletta, alle elezioni precedenti avevano vinto 61 a 0, i ladri.
    61 a 0, sai consa significa?
    Che tutti, dico tutti, avevano scelto per i ladri.
    E oggi?
    Perchè adesso fanno … i sepolcri imbiancati?
    Si astengono.
    Da che?
    Ma per caso dovrei credere che sono stati tutti ingannati, che erano tutti convinti che Cuffaro e Lombardo e Miccichè (me lo ero dimenticato) erano brave samaritane?

    Io non mi sono stupito di come sta finendo la storia d’Italia, in questo periodo.
    A mio figlio ho detto mille volte che quando Berlusca ed i suoi ladroni avrebbero lasciato il potere non sarebbero bastati vent’anni per riparare i danni.
    Mi sbagliavo?
    E credi che avevo questa idea perchè sono comunista, oppure perchè leggo la Repubblica, oppure perchè sono vittima della propaganda contraria, o perchè lui (Lui) non ha avuto il potere assoluto in mano per fare il bene di tutti noi altri?
    Lui era un ladro prima ancora di essere un politico.
    Lo era, sulla base di quello che mi ha insegnato il mio povero papà: “vedi (mi diceva lui,il mio papà) chi lavora onestamente non diventerà mai ricco. Se tu lavorerai onestamente starai bene, magari, se sarai fortunato, diventerai benestante, ma mai ricco. Per diventare ricco devi diventare disonesto”.
    Dici che era un comunista anche lui?
    Lui era un carabiniere semplice e prima ancora era stato un contadino, emigrato a Napoli per fare il carabiniere, figlio di contadini del sud.
    Autoritario, padre-padrone, di destra.
    Ma un amore di padre, sincero e onesto.
    Un’anima candida.
    Ruvida, ispida, urticante.
    Ma onesta.
    Quando sono diventato adulto, ho visto che aveva ragione.

    Un abbraccio e un bacio, Paolè, ti voglio sempre un mare di bene,
    Piero

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  3. Gli astenuti sono la forza del potere, convincere le masse che il voto è inutile è l’arma vincente. Più aumenta lo schifo e più la gente disgustata si astiene, magari con la speranza che nel proprio orto fiorisca ancora il basilico. Perchè la gente si accontenta di poco ed ha paura di perdere anche le scarpe che gli servono per andare a spasso liberamente. E’ una nuova fuga dalla libertà.

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