A GIFT FOR MY 50th BIRTHDAY

Percy Bysshe Shelley – INNO ALLA BELLEZZA INTELLETTUALE

I La terribile ombra d’un invisibile Potere fluttua
in mezzo a noi, benché non vista – e visita
questo svariato mondo con incostante ala,
come le brezze dell’estate che strisciano di fiore in fiore.
Come raggi di luna che dietro una montagna fitta di pini scrosciano,   5
visita con sguardo incostante
il cuore e il volto di ogni uomo;
come colori e armonie la sera,
come nuvole disperse nel chiarore delle stelle,
come il ricordo d’una musica fuggita,                                         10
come qualcosa che per sua grazia possa
essere cara, e tuttavia più cara per il suo mistero. 

II Spirito di BELLEZZA, che consacri
coi tuoi colori ogni pensiero e ogni forma
umana su cui splendi – dove te ne sei andato?                                 15
perché trascorri e lasci il nostro stato,
questa oscura e vasta valle di lacrime, deserta e desolata?
Chiedi perché per sempre il sole
non tessa arcobaleni sul torrente,
perché quello che appare, scolori e si dissolva, –                         20
perché paura e sogno e morte e nascita
sulla giornata della terra gettino
un’ombra tale, – e all’uomo venga dato
tanto d’amore e d’odio, e di sconforto e di speranza? 

 III 

 Da mondi più sublimi nessuna voce ha mai                                         25
dato ai poeti o ai saggi la risposta –
perciò i nomi di Dio, dei demoni e del Cielo,
non sono che tracce del loro vano sforzo, incanti fragili,
che recitati non aiutano a staccare
da tutto quello che sentiamo e vediamo                                       30
il dubbio, il caso e la mutevolezza.
Soltanto la tua luce – come una nebbia sopra i monti,
o musica che il vento della notte
manda attraverso uno strumento immoto,
o il chiaro della luna sulle acque,                                                 35
dà grazia e verità al sogno inquieto della vita. 

 IV 

Speranza, Amore, e Orgoglio, passano come nuvole e ritornano,
per qualche incerto attimo concessi.
L’uomo sarebbe immortale, e onnipotente,
se tu, ignota e terribile, fissassi                                                            40
col tuo glorioso seguito dimora nel suo cuore.
Tu messaggero degli affetti
che crescono e declinano negli occhi degli amanti –
tu – che alimenti il pensiero umano,
come l’oscurità una fiamma morente!                                           45
non ti partire come la tua ombra venne,
non ti partire – o la tomba sarà
come la vita e la paura, un’oscura realtà. 

 Fanciullo ancora, andavo in cerca di spettri e attraversavo
fugace stanze vigili, rovine e anfratti,                                                50
e boschi al chiarore delle stelle, con timorosi passi perseguendo
speranze d’alto conversar coi morti.
E invocavo i nomi velenosi che nutrono la nostra giovinezza;
non fui ascoltato – non li vidi – quando,
mentre ero assorto sul destino                                                     55
del vivere, nel dolce tempo in cui i venti corteggiano
tutte le cose vive che si destano per recare
nuove gemme e fiori, – all’improvviso,
la tua ombra cadde sopra di me;
io detti un grido, e giunsi le mani in rapimento!                                    60 

VI 

 Allora feci il voto di consacrare le mie forze
a te e a ciò che t’appartiene – non l’ho mantenuto?
Con cuore palpitante e occhi in lacrime, adesso
dai loro taciti sepolcri invoco
i fantasmi di mille ore, che in pergolati chiari di visioni,                          65
d’ardente studio o dilettoso amore,
hanno vegliato con me l’invida notte –
e sanno che mai gioia illuminò questa mia fronte
non giunta alla speranza che tu avresti liberato il mondo
dalla sua oscura schiavitù                                                             70
che tu – terribile SPLENDORE,
avresti dato ciò che la parola non può esprimere. 

 VII 

 Il giorno diventa più solenne e più sereno,
trascorso il meriggio – c’è un’armonia
in autunno, e una luce nel suo cielo,                   75
che nell’estate non si sente e non si vede,
come se non potesse esserci, come se non ci fosse stata!
Così il tuo potere, che come la verità
della natura sulla mia inerte giovinezza
discese, alla mia vita d’ora innanzi doni                   80
la sua calma – a uno che ti adora,
e venera le forme in cui sei infuso,
e che i tuoi incanti, SPIRITO bello, spinsero
a temere se stesso, e amare tutti gli uomini. 

  

 

Kahlil Gibran – “Sulla bellezza”

 

E un poeta disse:
Parlaci della Bellezza. 

E lui rispose:
Dove cercherete e come scoprirete la bellezza,
se essa stessa non vi è di sentiero e di guida?
E come potrete parlarne,
se non è la tessitrice del vostro discorso?
L’afflitto e l’offeso dicono:
“La bellezza è nobile e indulgente.
Cammina tra noi come una giovane madre confusa dalla sua stesa gloria”.
E l’appassionato dice:
“No, la bellezza è temibile e possente.
Come la tempesta, scuote la terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta”. 

Lo stanco e l’annoiato dicono:
“La bellezza è un lieve bisbiglio.
Parla del nostro spirito.
La sua voce cede ai nostri silenzi
come una debole luce che trema spaurita dall’ombra”.
Ma l’inquieto dice:
“Abbiamo udito il suo grido tra le montagne,
E con questo grido ci sono giunti strepito di zoccoli,
battiti d’ali e ruggiti di leoni”. 

Di notte le guardie della città dicono:
“La bellezza sorgerà con l’alba da oriente”.
E al meriggio colui che lavora e il viandante dicono:
“L’abbiamo vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto”.
D’inverno, chi è isolato dalla neve dice:
“Verrà con la primavera balzando di colle in colle”.
E nella calura estiva il mietitore dice:
“L’abbiamo vista danzare con le foglie dell’autunno
e con la folata di neve nei capelli”. 

Tutte queste cose avete detto della bellezza,
Tuttavia non avete parlato di lei,
ma di bisogni insoddisfatti.
E la bellezza non è un bisogno,
ma un’estasi.
Non è una bocca assetata,
né una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un’anima incantata.
Non è un’immagine che vorreste vedere
né un canto che vorreste udire,
Ma piuttosto un’immagine che vedete con gli occhi chiusi,
e un canto che udite con le orecchie serrate.
Non è la linfa nel solco della corteccia,
né l’ala congiunta all’artiglio,
Ma piuttosto un giardino perennemente in fiore
e uno stormo d’angeli eternamente in volo. 

Popolo di Orfalese,
la bellezza è la vita,
quando la vita disvela il suo volto sacro.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio. 

  

   

Charles Baudelaire – Inno alla Bellezza 

Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall’abisso, Beltà?
Il tuo sguardo, infernale e divino,
versa, mischiandoli, beneficio e delitto:
per questo ti si può comparare al vino. 

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l’aurora,
diffondi profumi come una sera di tempesta;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un’anfora,
che rendono audace il fanciullo, l’eroe vile. 

Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri?
Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane:
tu semini a casaccio la gioia e i disastri,
hai imperio su tutto, non rispondi di nulla. 

Cammini sopra i morti, Beltà, e ridi di essi,
fra i tuoi gioielli l’Orrore non è il meno affascinante
e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari,
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente. 

 La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela,
e crepita, fiammeggia e dice: “Benediciamo questa fiaccola!”.
L’innamorato palpitante chinato sulla bella
sembra un morente che accarezzi la propria tomba. 

 Venga tu dal cielo o dall’Inferno, che importa,
o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo;
se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me
la porta d’un Infinito adorato che non ho conosciuto? 

 Da Satana o da Dio, che importa?
Angelo o Sirena, che importa se tu
– fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina –
fai l’universo meno orribile e questi istanti meno gravi? 

  

William  Shakespeare – “Sonetto 54”Quanto ancor più bella sembra la bellezza,
per quel ricco ornamento che virtù le dona!
Bella ci appar la rosa, ma più bella la pensiamo
per la soave essenza che vive dentro a lei.
Anche le selvatiche hanno tinte molto intense
simili al colore delle rose profumate,
hanno le stesse spine e giocano con lo stesso brio
quando la brezza d’estate ne schiude gli ascosi boccioli:
ma poiché il loro pregio è solo l’apparenza,
abbandonate vivono, sfioriscono neglette e
solitarie muoiono. Non così per le fragranti rose:
la loro dolce morte divien soavissimo profumo:
e così è; per te, fiore stupendo e ambito,
come appassirai, i miei versi stilleran la tua virtù 

  

Pablo Neruda – BELLA 

Bella,
come nella pietra fresca
della sorgente, l’acqua
apre un ampio arco di spuma,
cosí è il sorriso sul tuo volto,
bella. 

Bella,
di fini mani e di piccoli piedi
come un cavallino d’argento,
che corre, fiore del mondo,
così ti vedo,
bella. 

 Bella,
con un nido di rame intrecciato
sulla testa, un nido color
di miele e di ombra
dove il mio cuore riposa e brucia,
bella. 

 Bella,
gli occhi non li contiene il tuo volto,
non li contiene la terra.
Ci sono paesi, fiumi
nei tuoi occhi,
c’è la mia patria nei tuoi occhi,
io vi cammino,
essi danno luce al mondo
dove io cammino,
bella. 

Bella,
i tuoi seni sono come due pani
fatti di terra, grano e luna d’oro,
bella. 

Bella,
la tua vita
l’ha scolpita il mio braccio come un fiume che sia passato mille anni per il tuo dolce corpo,
bella. 

 Bella,
non esiste nulla come i tuoi fianchi;
forse la terra possiede
in qualche luogo nascosto
la forma ed il profumo del tuo corpo,
forse, in qualche luogo,
bella. 

 Bella, mia bella,
la tua voce, la tua pelle, le tue unghie,
bella, mia bella,
la tua essenza, la tua luce, la tua ombra,
bella,
tutto questo è mio, bella,
tutto questo è mio, mia,
quando cammini o riposi,
quando canti o dormi,
quando soffri o sogni,
sempre,
quando sei vicina o lontana,
sempre,
sei mia, mia bella,
sempre. 

 

4 pensieri riguardo “A GIFT FOR MY 50th BIRTHDAY

  1. Ciao Piero, più bel regalo non ti potevi fare per il tuo compleanno un vero inno alla bellezza della vita, fare un inno così alla vita e sentirsi così è il più bel dono che uno possa farsi……….. AUGURI e che la vita sia con te generosa un abbraccio forte perchè se il fiore è un fiore, Piero è Piero.

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