IL POETA

Villa Tiepolo – Zianigo di Mirano

Ieri ho incontrato un poeta.

Un saltimbanco della parola.

Ed ho assistito al suo reading.

Il reading del poeta.

Un poeta vero.

Un poeta veramente appassionato, che leggeva il suo poema, il succo del suo lavoro, convinto di proclamare al mndo la sua Verità.

Aveva una voce stentorea.

Almeno era così, all’inizio, quando ha comicnato a declamare la sua impresa letteraria.

Ma quella voce così netta e decisa, che rimbombava e rimabalzava tutto intorno a noi, come provenisse da tutte le direzioni per avvisarci di qualcosa di veramente importante, quella voce, poco a poco, cominciò ad affievolirsi.

Ma non era per la stanchezza, anche se quella lettura durava ormai da lunghissimo tempo, addirittura, forse, da moltre ore.

Era la sua stessa anima. Che gli veniva su dal fondo della gola. E gli s’intrecciava tra i denti.

Era il suo stesso fantasma malato che si alzava … e s’avanzava … e, mentre ancora tossiva, a fatica cercava di venir fuori all’aria, sollevandosi dallo scomodo giaciglio nel quale aveva troppo a lungo vissuto, relegato nelle cavità più insondabili del cuore del giovane poeta.

Era il suo Essere, il suo stesso Esistere, che diventava un lubrico serpente … che si avvolgeva in spire  quasi voluttuose intorno alle vene  contratte  di quel collo ancora troppo tenero … e poi …  sempre più strette … sempre più srette  …  sembravano volerlo strangolare.

E mi ha regalato il suo poema …

… alla fine …

… stremato …

Poi si è accasciato.

Ed morto.

Non poteva più reggere il peso di tanta poesia !

Poesia in forma di filosofia !

La sua infetta secrezione letteraria !


Ecco, ecco il suo testo.

Lo recito a voi !

La voce alta, decisa …

Con tono stentoreo !

Un attimo solo  …

Eccomi in piedi,

ecco,

son pronto !

Ecco …

… per voi …

Mi schiarsico la voce.

Tossisco.

S’innalzano gl’inni alle poetiche Muse …

Ecco …

… si apre il sipario …

Buio …

… Silenzio …


Giambattista Tiepolo -La cucina de Pulcinella

“Cos’è che pesa ad un uomo?

Cos’è che gli appesantisce il cuore, gli aggrava lo spirito, lo mortifica allontanandolo dalla sua vera natura?

Prima di rispondere si dovrebbe provare a definire cos’è un Uomo e qul’è la sua natura.

Compito che le scienze, la politica, la filosofia, le religioni hanno fallito.

Quindi, perchè dovrei tentare io?

Per allungare la lista, di per sè nobile, di quelli che … non ce l’hanno fatta?

Non ci proverò, quindi.

Non cercherò di dare una definizione di Uomo e Natura umana che voglia porsi come Verità.

Nessun assoluto, nessuna oggettività.


Io sono un uomo.

La mia natura è la mia natura.

La mia natura, in quanto uomo, appartiene alla natura umana.

Basta questo per dire cosa pesa ad un uomo, cosa gli appesantisce il cuore, cosa gli aggrava lo spirito o lo mortifica e lo allontana dalla sua vera natura ?

Si, basta.

Anche se, certamente, non sarebbe, ciò che io avrei da dire al riguardo, la Verità in materia.

Si, certo, sarebbe la Mia verità.

La verità di un uomo.

La verità di un uomo uguale a tanti altri che, come lui, sono uomini, uomini comuni, uomini normali, uomini uguali agli altri uomini.

E se uno, uno solo, anche uno soltanto, si alzasse ad urlare : IO SONO L’UOMO ! IO VI RACCONTO LA VERITA’ DELL’UOMO …

Ecco, se accadesse una fatto del genere, credetemi, potete diffidare di quell’UNO, potete temerlo, potete essere certi che sta mentendo.

Egli sta mentendo.

Sta mentendo, perchè sta sostituendo il suo punto di vista al vostro.

Sta trasmutando la vostra natura nella sua.

Sta rubandovi dignità, credo, fedi.

Sta sostituendosi a voi.

E voi, se credeste a lui, non sareste più uomini.

Non apparterreste più alla natura umana.

Sareste, in questo modo diventati, immediatamente, con il solo atto di concedere credito alle sue urla bugiarde, sareste diventati SCHIAVI.

Schiavi.

Schiavi che appartengono alla natura degli schiavi.

Schiavi che si sono resi schiavi volontariamente.

Schiavi che hanno compiuto una metamorfosi al contrario.

Da Uomini a Schiavi.

Bello sforzo !


Quindi, solo io posso raccontare la mia verità.

E quella verità suona così : LA VERITA’ APPARTIENE AD OGNI UOMO.

Come la sua natura, che è quella di essere uomo.

E quella è una natura che non può essere negata.

Nè abiurata.

Nè si può vendere, cedere, lasciare, dimenticare, tradire.

La verità, la verità di ogni uomo, è l’unica verità che può essere attribuita alla natura umana.

Allora, se io rispondo alle domande sopra poste come domande che valgono per tutti, io rispondo per me.

Rispondo in quanto uomo.

E in quanto uomo, le mie risposte sono determinate, sono condizionate irreversibilmente,  dal dato di fatto che la natura di un uomo è quella di essere un uomo. Ed entro questa condizione, entro i limiti in cui la condizione umana è una condizione che appartiene ad altri uomini ed è ad essi comune, il condividere, il mettere in comune è l’unica forma, l’unica forza che permette di formulare risposte che non valgano soltanto, esclusivamente, per coloro che offono le rsiposte.

Posso dire, allora che, in quanto uomo la cui natura è la natura umana, le mie risposte di uomo puro e semplice, risposte che valgono per me, esse valgono, in qualche modo, in quanto possano essere condivise da altri che condividono la stessa natura umana, anche per altri uomini.


Ecco.

Nessuno può alzarsi e dirmi : IO SONO LA VERITA’. IO CONOSCO LA VERITA’. IO DICHIARO LA VERITA’.

Ognuno deve aggiungere, davanti alla parola Verità, il limite della soggettività.

La MIA Verità.

IO SONO LA MIA VERITA’.

IO CONOSCO LA MIA VERITA’.

IO DICHIARO LA MIA VERITA’.

E anche dette così, quelle asserite verità fanno tenerezza.

Perchè, ognuno di noi lo sa, basta fermarsi un attimo e portare alla memoria i sè stessi che compongono la nostra identità, quelle frasi non sono vere.

O, almeno, lo sono solo in parte.

O sono vere soltanto di quando in quando.

Dipende da quale Sè pronuncia quelle DICHIARAZIONI così solenni.

Che, invero, in qualche modo, possono essere anche ridicole, almeno se prese in assoluto, come se si trattasse di Verità definitive.

Cosa intendo ?

Vediamolo.


IO SONO LA MIA VERITA’.

Ma non è evidente che io non sono una verità, una sola verità, un assoluto, un’affermazione che si autodefinisce ?

Io sono tante Verità.

Ed è bellissimo l’essere tante verità.

Questa condizione nobilita lo sforzo che ogni giorno compiamo per conciliare le nostre contraddizioni, santifica i nostri sforzi per cercare di essere coerenti, tenere insieme i tanti pezzi del mio essere che non si legano, non si attraggono, che si respingono.

Che non si conoscono e non si salutano neanche.

Se io fossi una sola Verità conoscerei perfettamente il mio mè stesso, quello che mi abita a mia insaputa, che non paga la pigione, che combatte contro i miei sentimenti, contro il mio interesse, contro la mia felicità.

Ma non avrei nessuna familiarità con tutti quei soggetti differenti che formano il mio stesso IO e che si amano, si apprezzano, si stimano, si vogliono bene e si mettono insieme per dare un senso alla mia immagine di ME.

Certo che io bramo essere tante verità.

E trovo che il miracolo della mia vita risieda nel tentativo di tenere unita quella molteplicità così varia e così ricca che fatico a tenere sotto il dominio dello sguardo. Che, si sa, lo sguardo è, forse lo è, la forma di conoscenza più sicura.


IO CONOSCO LA MIA VERITA’.

Che assurdità !

Ma come si fa a credere anche solo per un istante ad una sciocchezza del genere !

Io conosco al massimo la verità di qualche frammento del mio essere.

La mia verità mi sfugge continuamente.

La mia verità è quella che afferma la mia vita quando compio gli atti quotidiani dell’esistenza.

Ma è una mia verità anche quella che si afferma nel sogno, quando compio quegli altri atti quotidiani che compongono la mia realtà onirica.

Potrei negare a quegli atti il valore di verità ?

Chi oserebbe mai compiere un così empio sacrilegio ?

Chi non ha sognato e visto rivoltarsi in relatà i gesti e gli atti compiuti in quella dimensione ?

E non posso dimenticare la mia verità subcosciente, che si comoie per me, mio malgrado o, almeno, a mia insaputa.

E non è anche quella del sonnoo più inconsapevole la verità della morte che si sperimenta quotidianamente ?

Ed anche di più, certamente di più, perchè quell’esperimento di morte è una nuova nascita, che ci viene donata ogni giorno dal miracolo della vita.

E ancora, mica posso dire che non appartiene al mondo della veritàanche quel pezzo della mia vita che trascorro nel sonno più profondo e ristoratore ! Che folle bugia sarebbe !


IO DICHIARO LA MIA VERITA’.

E già !

Cosa mai dichiaro, se anche un uomo di fede come San Pietro negò tre volte, prima del canto del gallo !?

Dichiaro la mia verità.

Che potrebbe essere menzogna, o inganno, o illusione.

Potrebbe essere la perte di un tutto.

Potrebbe …

Se dichiarassi.

Si, perchè si è mai visto qualcuno che, salito sopra un palco, raggiunto un punto di evidenza chiaro, si dice disposto a DICHIARARE ?

Chi lo prenderebbe sul serio ?

No, anche questo mi pare troppo.”


Giambattista Tiepolo I due Pulcinella

2 pensieri riguardo “IL POETA

  1. Ciao Piero,
    un saluto veloce per dirti che passo spesso a trovare i tuoi post, ma ultimamente stai affrontando tematiche talmente profonde e labirintiche che non ho la forza per addentrarmi in ragionamenti che poi risulterebbero tortuosi…
    Un abbraccio.

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