Si, alle volte il miracolo si compie davvero.
Basta poco proprio, un’ombra di luce lunare,
un carezza musicale, un dolce abbraccio caldo.
Basta coprirsi con la coperta morbida , quando
fuori il freddo e il buio sembran ghiaccio nero.
Alle volte si compiono miracoli che ci cambiano,
per un attimo soltanto, si, e il mondo svanisce.
Una voce diventa la voce che ti porta in volo là
dove, aerei, volano solo nuvole angeli e uccelli,
eteree creature leggere che ci portano a cavallo.
Quando il treno sbuffa il suo “a bordo” il binario
chiama e il mondo accorre. Salutiamo felici. Si va.
Un cappello rosso avvia il motore stanco e sogna
d’andar lontano: già il cielo gira attorno al mare.
Accorrono città intere e pianure larghe s’aprono,
lì gli zoccoli duri battono e corrono verso il treno.
Notturne stazioni solitarie, folle fitte di fili d’erba,
fiori di carne, e alberi con le mille dita da baciare,
ammirano il cielo. Come i vecchi, le fronde secche
salutano con antica cortesia e lo lo sguardo stanco.
Han voglia di parlare e raccontano al vento accorso
lontane storie e tempi andati. Immaginari solitari…
Tanto per aggiungere:
Miracoli – Walt Whitman
Perché la gente fa tanto caso ai miracoli ?
Per quanto mi riguarda io non conosco altro che miracoli,
sia che passeggi per le vie di Manhattan,
o levi il mio sguardo sopra i tetti, verso il cielo,
o sguazzi coi piedi nudi lungo la spiaggia, proprio sul filo dell’acqua,
o mi fermi sotto gli alberi, nei boschi,
o parli, di giorno, con chi amo, o dorma, di notte, accanto a chi amo,
o sieda a pranzare a un tavolo insieme ad altri,
o getti uno sguardo agli estranei che viaggiano in tram di fronte a me,
o spii le api che nei pomeriggi d’estate si affaccendano intorno all’alveare,
o gli animali al pascolo nei campi,
o gli uccelli, o gli straordinari insetti dell’aria,
la meraviglia del tramonto, le stelle che brillano placide e luminose,
o la delicata sottile curva della luna nuova in aprile;
queste cose, e le altre, una e tutte, sono miracoli per me,
a tutto si riferiscono anche se ognuna è distinta dalle altre,
e al suo posto.
E’ un miracolo per me ogni ora di luce e di buio,
è un miracolo ogni centimetro cubo di spazio,
ogni metro della superficie terrestre è impregnato di miracolo,
formicola di miracoli ogni centimetro del sottosuolo.
Il mare è per me un miracolo senza fine,
i pesci che nuotano – gli scogli – il moto delle onde –
le navi che portano gli uomini,
quali i miracoli più strani di questi ?
W.W. 1856
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La fiera dei miracoli – Wislawa Szymborska
Un miracolo comune:
l’accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l’abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull’acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l’acqua sia poco profonda.
Un miracolo all’ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l’inimmaginabile
è immaginabile.
Wislawa Szymborska
da PensieriParole
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Forse un mattino andando in un’aria di vetro (Eugenio Montale)
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
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l miracolo – Giovanni Pascoli
Vedeste, al tocco suo, morte pupille!
Vedeste in cielo bianchi lastricati
con macchie azzurre tra le lastre rare;
bianche le fratte, bianchi erano i prati,
queto fumava un bianco casolare,
sfogliava il mandorlo ali di farfalle.
Vedeste l’erba lucido tappeto,
e sulle pietre il musco smeraldino;
tremava il verde ciuffo del canneto,
sbocciava la ninfea nell’acquitrino,
tra rane verdi e verdi raganelle.
Vedeste azzurro scendere il ruscello
fuori dei monti, fuor delle foreste,
e quelle creste, aereo castello,
tagliare in cielo un lembo più celeste:
era colore di viola il colle.
Vedeste in mezzo a nuvole di cloro
rossa raggiar la fuga de’ palazzi
lungo la ripa, ed il tramonto d’oro
dalle vetrate vaporare a sprazzi,
a larghi fasci, a tremule scintille.
Dormono i corvi dentro i lecci oscuri
qualche fiaccola va pei cimiteri;
dentro i palazzi, dentro gli abituri,
al buio, accanto ai grandi letti neri,
dormono nere e piccole le culle.
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La musica, i concerti, hanno sempre avuto la capacità di compiere il “miracolo” di tanta gente insieme in pace ed in allegria. UN VERO MIRACOLO.
Ciao Piero
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si è vero, un vero miracolo!
Un caro saluto
Piero
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Eh, caro Piero…questi piccoli grandi miracoli, questi attimi di assoluta felicità, solo nostri…egoisticamente solo nostri, nel momento in cui li assaporiamo ma di tutti nello stesso tempo, perchè tutti li viviamo, tutti o quasi. Sono la meraviglia delle piccole cose, delle schegge, delle tessere di un unico grande mosaico che è questo nostro meraviglioso pianeta. E anche, perchè no, del nostro mondo interiore che spesso trascuriamo e mettiamo a tacere senza renderci conto di quello che perdiamo. Ah, se solo imparassimo a farlo parlare sempre…
Basta leggere le poesie che hai scelto per capire. Ottima scelta! :-))
Un abbraccio
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Grazie Pat. Ora sto in giro, a Madrid. Ti saluto da qui.
In abbraccio.
Piero
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Molto bello il tuo brano e belle anche le poesie..
Quanti miracoli durane la giornata, dall’aprire gli occhi al mattino alle piccole e grandi cose che ti vengono incontro e ti allargano il cuore…
Mi hai fatto venire in mete un’altra poesia che amo tanto:
Specchio
di S. Quasimodo
“Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.”
Buonanotte Piero, sento anche l’amicizia come un miracolo…
Fausta
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