4 pensieri riguardo “LE ELEZIONI – PILLOLE AUTOBIOGRAFICHE (10)

  1. E io ti commento di qua, perchè in Bolgpost qualcosa non funziona, se vuoi copia e incolla.
    I giovani, la nostra speranza di futuro vengono sfiduciati, insieme a noi, eppure sappiamo, ci rendiamo conto che il cambiamento può avvenire grazie a loro. La crisi attuale ha uno scopo ed è quello di crere un futuro di manodopera a basso costo, dando a quel che noi abbiamo conquistato come diritto, un senso di privilegio, con l’intento preciso di coprire il privilegio vero di chi si arraffa la torta intera.

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    1. secondo me, quello che chiami scopo è solo un mezzo, quello che “i padroni” pensano sia il migliore per fare profitti.
      Ma secondo me si sono giocati la ferriera, perchè, vedi, in occidente abbassando i salari fino al livello attuale, non c’è più consumo…
      vedrai, primo o poi lo capiranno anche loro.
      Però, sono d’accordo con te, caro Popof che quelle conquiste vanno difese.
      Non in senso conservativo, perchè oggi siamo arrivati paradosso che si difende il grande diritto di chi è con il posto fisso e non si difende per niente chi è giovane o precario. Se non si decide di chiamare in barca anche i giovani non si ritorna a fare politica.
      … Ma mi sono fatto ahce un’altra idea.
      I nostri anni 60/70, sono stati anni in cui il boom economico mondiale ha spinto la rivendicazione molto in alto.
      E abbiamo guadagnato tanti diritti.
      Poi, sono entrati sul mercato tanti altri concorrenti, tanta manodopera a basso prezzo… e ci stanno fregando: le alternative sono due. O richiudiamo le porte del mondo e ci barrichiamo dietro le nostre ricchezze e le nostre conquiste, come facevano i vecchi inglesi delle colonie, oppure decidiamo di lottare con i più poveri.
      Non c’è n’è una terza…
      O, almeno, escluse le sfumature intermedie.
      Forse serve spiegare più a fondo la questione, i politici di sinistra dovrebbero smetterla di fare i conservatori dell’occidente e aprire la lotta su fronti più larghi.

      Possiamo anche stare ad aspettare.
      E’ quello che stiamo facendo, in realtà.
      Aspettiamo che rigiri la ruota del PIL.
      Qualche nuova tecnologia farà alzare i salari, prima o poi e il consumo riprenderà…

      L’aveva detto pure Beckett.
      Aspettando Godot.
      Nel frattempo, noi siamo invecchiati e non abbiamo più un presente, i nostri figli, invece, pur senza essere invecchiati non hanno neanche più un futuro.
      Piero

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  2. E se facessimo come la Francia che a chi non da garanzie sul rispetto dei requisiti essenziali, come non uso di manodopera infantile, rispetto delle norme elementari di produzione ecc,, ne blocca il commercio?
    I nostri figli devono anche capire che le conquiste dei padri vanno difese come proprie.
    Mi dicono che ho versato all’INPS, attualizzato ai giorni nostri, qualcosa come 400.000 € di €. Che fine hanno fatto? Se vendo casa, mi prendo la liquidazione e vado all’estero, potrei vivere bene per il resto dei dei giorni. Penso che anche tu sia in una dimensione simile. Se ci dimettessimo in massa, cosa accadrebbe? Forse dovrebbero importare altra manodopera.

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  3. Ma sei sicuro che quella francese sia proprio una legge che obbliga nel senso che dici? Non è una campagna che promuove il consumo “equo e solidale”, passami il termine?
    Comunque, dai francesi c’è da aspettarsi di tutto, loro fanno le cose sul serio, quando hanno fatto la rivoluzione hanno fatto rotolare 30mila capocce noi, invece, manco l’abbiamo fatta una rivoluzione di nostra iniziativa.
    Ecco, in questo senso condivido quello che dici, ma credo che i paesi cosiddetti industrializzati stanno soffrendo tutti, inclusi i francesi, la crisi sta massacrando i diritti dappertutto e dappertutto ci sono state grosse proteste. Anche in Francia.
    Poi, dopo i conservatori di Sarkozy, lì hanno vinto i socialisti.
    Da noi i socialisti si sono sconfitti da soli.
    I pochi superstiti, poi, si sono fatti prigionieri con il berlusca.
    Qualche scout è restato con il piddì: ma non sono sicuro che si ossa dire che da quelle parti ci sia la sinistra.

    L’idea che lanci tu, di andare in qualche bel paese del terzo mondo…
    Una volta li chiamavamo così, ricordi?
    Adesso, mi pare, hanno assunto la fisionomia di un vero e proprio paradiso terrestre…
    E tu vorresti tornare là dentro!
    Ti capisco.
    L’idea che ti attrae è quella della tentazione di Eva…
    Ma temo che anche lei, ormai, abbia imparato i meccanismi di mercato.
    Non vorrei che ci riservasse qualche cattiva sorpresa.
    Te la ricordi quella canzone di De Andrè…
    Re Carlo tornava dalle guerra,
    lo accoglie la sua terra, il sire vincitor…
    Te lo ricordi, si, come finisce?
    No, a parte gli scherzi, però, andarcene sarebbe comunque una fuga, no? Un dargliela vinta al nemico…

    Un abbraccio.
    Piero

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