Credo di comprendere molte delle emozioni che traspaiono dai tuoi versi. Quel senso d’oblio mi appartiene, quell’estraniarsi della coscienza dal mondo… ma la tua notte m’appare più inquieta, meno consolatrice a tratti…
La notte è diversa per ciascuno di noi e forse, a volte cambia, nel corso del tempo. Per me ora è sempre amica, rifugiom ma a pensarci bene non è sempre stata così.
Un abbraccio
La notte, o meglio la vita che di notte si svolge, è un regno nel quale le leggi ordinarie del giorno non valgono.
Tutto cambia, dalla fisica alla chimica, dalletica alla morale, dall’amore all’odio, dall’ordine al caos.
La vita che di notte si svolge disobbedisce e trasgredisce e nessuno può ristabilire l’autorità della coscienza sui sensi.
E’ questo ciò che mi affascina della notte.
Non mi inquieta, cara Patrizia, anzi, mi attrae, mi cattura, è un continente, una dimensione da esplorare palmo a palmo.
Ma non ti posso negare che nel descrivere, per contrasto quel che si trova in quel territorio inesplorato, per contrasto da quello che si trova correntemente nel regno del giorno, non riesco ad usare altre forme che quelle sospese, che sconfinano nell’indefinito e scolorano nell’irrequietezza a causa del loro continuo sfuggire, mutare, trasformarsi, restare inafferrabili giusto il tempo che si realizzi il desiderio nuovo di allungare la mano ed afferrare la coda di un sogno che scappa, che sfugge, scompare, svanisce…
Naturalmente io ti parlo di una notte che nulla ha a ache vedere con la notte che regna per strada, nelle ore notturne.
Quella è una notte ordinaria, per certi aspetti, che obbedisce a leggi diverse, ma che sono leggi che hanno la stessa sostanza delle leggi del giorno.
Io ti parlo della notte che s’illumina dentro di noi quando il giorno si spegne.
E più di tutto, mi affascina il magico momento, l’indefinifìbile, eterno, istante, sottile come una linea, profondo come la linea dell’orizzonte, nel quale il giorno si tramuta nel suo contrario, il momento in cui cambia l’ordine delle norme che regolano il nostro fluire vitale…
Di questa notte, solo, io parlo.
Un abbraccio,
Piero
Avevo compreso qual è la tua notte. E’ uguale alla mia.
Fose per questo ti ho scritto che credo di comprendere molte delle cose che dici.
Quell’attimo in cui “cambia l’ordine delle norme che regolano il nostro fluire vitale” !!!…
Ciao 🙂
Credo di comprendere molte delle emozioni che traspaiono dai tuoi versi. Quel senso d’oblio mi appartiene, quell’estraniarsi della coscienza dal mondo… ma la tua notte m’appare più inquieta, meno consolatrice a tratti…
La notte è diversa per ciascuno di noi e forse, a volte cambia, nel corso del tempo. Per me ora è sempre amica, rifugiom ma a pensarci bene non è sempre stata così.
Un abbraccio
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La notte, o meglio la vita che di notte si svolge, è un regno nel quale le leggi ordinarie del giorno non valgono.
Tutto cambia, dalla fisica alla chimica, dalletica alla morale, dall’amore all’odio, dall’ordine al caos.
La vita che di notte si svolge disobbedisce e trasgredisce e nessuno può ristabilire l’autorità della coscienza sui sensi.
E’ questo ciò che mi affascina della notte.
Non mi inquieta, cara Patrizia, anzi, mi attrae, mi cattura, è un continente, una dimensione da esplorare palmo a palmo.
Ma non ti posso negare che nel descrivere, per contrasto quel che si trova in quel territorio inesplorato, per contrasto da quello che si trova correntemente nel regno del giorno, non riesco ad usare altre forme che quelle sospese, che sconfinano nell’indefinito e scolorano nell’irrequietezza a causa del loro continuo sfuggire, mutare, trasformarsi, restare inafferrabili giusto il tempo che si realizzi il desiderio nuovo di allungare la mano ed afferrare la coda di un sogno che scappa, che sfugge, scompare, svanisce…
Naturalmente io ti parlo di una notte che nulla ha a ache vedere con la notte che regna per strada, nelle ore notturne.
Quella è una notte ordinaria, per certi aspetti, che obbedisce a leggi diverse, ma che sono leggi che hanno la stessa sostanza delle leggi del giorno.
Io ti parlo della notte che s’illumina dentro di noi quando il giorno si spegne.
E più di tutto, mi affascina il magico momento, l’indefinifìbile, eterno, istante, sottile come una linea, profondo come la linea dell’orizzonte, nel quale il giorno si tramuta nel suo contrario, il momento in cui cambia l’ordine delle norme che regolano il nostro fluire vitale…
Di questa notte, solo, io parlo.
Un abbraccio,
Piero
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Avevo compreso qual è la tua notte. E’ uguale alla mia.
Fose per questo ti ho scritto che credo di comprendere molte delle cose che dici.
Quell’attimo in cui “cambia l’ordine delle norme che regolano il nostro fluire vitale” !!!…
Ciao 🙂
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🙂
Un bacio,
Piero
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